OLTRELANDIA

OLTRELANDIA…nell’aldilà di  Lupetta e Yurj

 

ph MGP
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– Pisss…pisss…pisss!

-Piss…pissss…pisss

Lisa si guardò intorno…non  c’era  nessuno però.

– Pisss…pisssss!

Continuava ad avvertire il pissi pissi, ma pur volgendosi di qua e di là non vedeva anima viva. L’attorniava solamente la stupenda natura con i suoi colori e il suo non silenzio…si bloccò per provare a dare un senso al  pissi…pissi anche se le lacrime continuavano a scorrere acquerellando e quasi celando quel cielo la terra e l’intero universo che l’accarezzava…voleva frenare quel pianto incontenibile che silenzioso colava per avere uno sguardo limpido chiaro per meglio vedere, per poter penetrare  il fogliame dei cespugli, gli anfratti riposti tra i tronchi e i sassi delle piante nella macchia…era certa che tra loro avrebbe ritrovato la sua adorata Lupetta che da  alcuni giorno era sparita e sembrava si fosse volatilizzata.

– Pisss…pisss…

Di nuovo quel bisbiglio la scosse…era ancora ferma, non si era mossa aspettando si ripetesse.

Guardò ai suoi piedi…c’erano solo sassi e piante di cisto, di timo ed erbe e in alto solo cielo azzurro e nuvole…tante nuvole che leggere andavano…ogni tanto un refolo di vento s’intrufolava e scuoteva le foglie che liete tremolavano in un sussurrio.

Saranno le foglioline a bisbigliare …così Lisa s’accoccolò su un sasso nel prato levando gli occhi a quel cielo e alle nuvole, pregandole di darle un segno per ritrovare la sua amica Lupetta. Era certa che loro da lassù sapessero dov’era nascosta.

– Pisss…pisss…pisss

Si scosse Lisa, volse lo sguardo sull’erba, poi su una pianta di cisto vicina ai suoi piedi…su un rametto, quasi in cima, un bruchetto verde e giallo  s’arrampicava lento lento.

Attirata dai colori, Lisa s’inginocchiò per ammirarlo.

– Pissss…pisss…pisss

Ma …era del bruchetto il bisbiglio. S’abbassò sullo stelo e – finalmente mi senti! Stavo per perdere il fiato a furia di chiamarti…

Sobbalzò Lisa…col braccio s’asciugò le lacrime…guardò i colori che si contorcevano sul rametto…

– Pisss…son io che  chiamo…sì, sono proprio io… il bruco. Solo tu puoi sentirmi però…

– Ma…  dici davvero? Tu… parli…

– Sì sì, parlo…ti ho sentito piangere…

– Son disperata…la mia Lupetta è svanita nel nulla…

– Le tue lacrime son cadute sull’erba ed hanno bagnato anche me…

– Scusami…non potevo saperlo.

– Non preoccuparti son già asciutto… lo so che Lupetta non c’è più…ti aiuterò a ritrovarla… vuoi?

– Tu? Tu così piccolo mi puoi aiutare?

– Son piccolo, è vero, ma ho poteri magici sai! Ascoltami attentamente e…vedrai!

Se ne stava, ora, il bruco, steso sul rametto in cima al cisto.

Lisa lo guardava sbalordita…forse sognava…era un normale bruco che altre volte aveva intravisto tra l’erba e nessuno di certo aveva mai parlato…” sarà perché è più colorato…”  pensò Lisa.

– Insomma! Vuoi sì o no ritrovare la tua Lupetta?

– E come se lo voglio! Ma… come faccio a fidarmi di te?

– Sol perché son così piccolo e insignificante, immagini non possa aiutarti?

– No no…non volevo offenderti…perdonami! Mi sembra tutto così strano… forse è solo un sogno.

– No no…non stai sognando. E’ tutto vero!

–  Oddio! Ma… non so…non ci capisco nulla!  Improvvisamente tutto è così misterioso…tu che hai sentito il mio pianto, le mie lacrime che ti hanno bagnato, il tuo pissi…pissi ed ora finanche mi parli  dicendomi che solo io possa udire la tua vocina…e che addirittura vuoi farmi ritrovare la mia Lupetta. Ti sembra normale tutto questo? A me pare tutto un mistero… non riesco a capacitarmi.

– Nulla è strano e misterioso quando si può aiutare qualcuno…e tu desideri tanto ritrovare  Lupetta, non è così?

– Oh! Sì sì…mi manca davvero tanto!

– Ecco vedi…e io posso aiutarti. Ma…come ti chiami? Io sono Vergillo…

– Che bel nome hai…io mi chiamo Lisa.

– Allora Lisa…ascolta attentamente…ora devi, delicatamente, prendermi in mano poi, chiuderai gli occhi e io…  ti condurrò da Lupetta. Non mi dire che hai paura a farmi stare sul tuo palmo?

– Un po’ sì…- confessò Lisa – non ho mai preso in mano un bruco.

– Ma dai! Son così piccolo e non mordo mica! Non ho neanche i denti! Sono io caso mai che dovrei avere paura di te così grande e grossa…

Lisa lo guardava.

– Non sono grossa…

– Rispetto a me sì cara mia!

– Dai  Dai! Non c’è  un minuto  da perdere… Avvicina la tua mano alle foglie del cisto ed io salterò sul tuo palmo.

Col cuore che batteva a mille, Lisa avvicinò la mano e paffete! Vergillo s’accoccolò lesto.

– Ora… chiudi gli occhi – sussurrò il bruchetto – e mi raccomando tienili ben  chiusi finché non ti dirò io di aprirli…promettilo!

Lisa guardava il bruco sul suo palmo spalancato – non muoverti per favore! Mi fai il solletico…

– E tu chiudi gli occhi! Dai!

Lisa allora chiuse gli occhi e come al solito un mondo  di mille colori ravvivò il suo buio…gli teneva ben stretti aspettando la vocina del bruchetto Vergillo, che ora se ne stava fermo fermo  nella sua mano.

– Pisss pisss…Lisa! Ora… poggiami lentamente ai tuoi piedi poi… apri gli occhi – le sussurrò Vergillo.

Lisa eseguì a puntino. S’abbassò, posò delicatamente il bruchetto per terra… aprì gli occhi…

Meraviglia!!!  Si ritrovò in un giardino incantato inondato di sole… tra fiori, piante , cespugli colorati farfalle dai colori più vari e rondini nel cielo e uccelli sui rami …

– Ma… dove mi hai portato Vergillo? Di chi è questo stupendo giardino?

– Aspetta…aspetta  e vedrai. Ora io, però, sparirò tra l’erba…

– No no  ti prego, non lasciarmi sola…ho paura.

– Non sarai sola, mia cara Lisa…abbi fede. Guardati intorno, aspetta e non aver timore…ti saluto per ora.

Vergillo, in un baleno, era davvero sparito tra i colori del prato. Levò lo sguardo intorno  Lisa e…sorpresa!

Lupetta le correva incontro festante tra fiori e cespugli e appena le giunse vicino cominciò a leccarle le mani scodinzolando lieta e con la zampa la toccava e poi le saltava addosso e le girava intorno in un girotondo gioioso con gli occhi sorridenti, la lingua penzoloni la coda  dondolante…

Lisa era fuori di sè dalla gioia… lacrime dolcissime ora le rigavano il viso…le sembrava di sognare…o forse era davvero solo un sogno…

Carezzava Lupetta, cercava di corrisponderla nella sua gioia e alla fine caddero stese sul prato in un abbraccio senza fine…

Lupetta ansava lieta – Grazie, grazie Lisa per essere venuta a trovarmi…

– Ma…ma…tu parli?

– Sì sì, Lisa cara, qui posso parlare come gli umani e anche abbaiare…parlo tutte le lingue del mondo sai? Così posso capire tutti i miei amici e chiacchierare con loro.

– Ma…com’è possibile tutto questo Lupetta mia?

– Qui, tutto è possibile cara Lisa…qui siamo tutti esseri di un solo universo, non ci sono umani e animali…siamo creature di questo creato…qui è un mondo stupendo…un paradiso…ora che sei qui te lo farò conoscere…l’unica differenza è che gli umani non sono visibili, anche se parlano con noi…invece noi animali siamo in carne ed ossa come quando eravamo vivi sulla terra e in più possiamo parlare e comunicare con tutti!Qui Lisa cara siamo tenuti in gran conto…più degli umani. Il buon Dio ha voluto così.

– A me sembra anche giusto…forse un tempo, quando anche l’uomo era un animale, doveva essere sicuramente migliore e più buono o almeno più rispettoso della natura, poi la civiltà e il progresso invece di migliorarlo l’hanno abbrutito facendogli perdere ritegno e coscienza…  forse, Dio, l’ha punito per questo e l’ha reso invisibile…

Si guardava intorno Lisa, sempre abbracciata alla sua amica Lupetta – qui è tutto meraviglioso  tra tanti colori  fiori farfalle ci state meglio voi che gli umani. Sì sì…davvero meglio che siano fantasmi e si senta solo la loro voce…anche se spesso sarebbe meglio se tacessero per non combinare guai!

– E’ vero Lisa…qui è tutto incantevole, ma non tutti possono vedere queste meraviglie, nemmeno gli umani invisibili. Loro gironzolano nell’aria e parlano pure, ma solo chi in vita si è comportato onestamente ed ha amato  davvero la natura e gli animali  può vedere quest’armonia di colori. Ma ora… dimmi cara Lisa, chi ti ha portato fin qui?

– E’ una lunga storia Lupetta mia… Sapessi com’ero angosciata per la tua scomparsa…non sapevo più cosa fare vedendo che dopo tanti giorni non comparivi … non riuscivo a  darmi pace. Ti abbiamo cercata dappertutto…ma niante di niente e così, questo pomeriggio, mi sono incamminata da sola nella macchia… ricordi il nostro rifugio, i nostri sassi, i nostri cespugli…

– Ricordo  eccome! Le mise la zampa in grembo…- le brillavano gli occhi.

Lisa la guardò, l’accarezzò – come stavamo bene insieme amica cara…  mi sentivo così sicura con te…amavo la tua compagnia, il tuo silenzio, il tuo sguardo dolcissimo che mi seguiva sempre. Quando non ti ho più visto per tanto tempo ero così infelice…piangevo e camminavo nella macchia  cercandoti  tra i sassi, sotto le mortelle e i lentischi nel nostro rifugio segreto. Ero proprio lì, quando d’un tratto ho  avvertito un bisbiglio…poi un altro ancora e poi ancora … non capivo da dove venisse, spiavo tra i sassi, nel prato sotto i miei piedi…infine ho guardato su un cisto e sulla sua cima, invischiato tra i rametti  un bruchetto colorato si dimenava…era lui che bisbigliava  e che una volta  convintami  a prenderlo in mano, addirittura mi ha parlato…Io ero sbalordita…un bruco che parlava!Lui mi ha tranquillizzato dicendo  che vedendomi piangere si era commosso e aveva deciso di aiutarmi e  portami da te… mi ha detto di chiamarsi Vergillo…lo conosci?

– Lo conosco lo conosco il buon Vergillo…se ha deciso di condurti fin qui si è accorto che hai un cuore d’oro…solo io so davvero quanto è grande il tuo cuore Lisa cara.

Lisa continuava ad accarezzare Lupetta mentre parlava, guardandola fissa negli occhi che, come sempre sorridevano.

– Tu, sei davvero buona Lupetta mia…tu sei la più buona tra tutte le creature… ho avuto una fortuna immensa a godere della tua compagnia e della tua generosa amicizia.

– Anch’io sono stata fortunata a stare con te e la tua famiglia …quando quel giorno, il tuo Marino, mi accolse non sapevo come ringraziarlo…lui mi guardava e capii, dal suo sguardo, che voleva che rimanessi…

– Marino da tempo desiderava un cane come te… Ma… da dove venivi quel giorno? Eri stata cacciata dal tuo padrone?

– Sì sì, ero stata cacciata…mi aveva dato un calcio poi mi fece entrare nella sua auto. Dopo aver guidato per tanto tempo, si fermò in una strada di campagna,  aprì lo sportello e mi fece scendere…non capivo…pensavo avremmo fatto una passeggiata insieme, invece  si  rimise subito in auto e in un baleno ripartì. Rimasi sulla strada disorientata …era sera.   Gironzolai tutta la notte. Avevo fame…d’un tratto lontano lontano avvertii l’abbaiare di altri amici e così mi  diressi da quella parte. Fu così che al mattino giunsi vicino alla vostra casa e, trovato il cancello aperto, entrai…

–  Che cattivo  il tuo padrone !…ma perché ti ha abbandonato?

– Perché non abbaiavo …

– Solo per questo?

– Sì cara Lisa…solo per questo. Io appartengo alla famiglia dei lupi di montagna…raramente i lupi abbaiano, al massino ululano…lui invece voleva che abbaiassi e diventassi feroce e assalissi altri animali e pure le persone…ma io non lo facevo…lui ha fatto di tutto per ammaestrarmi e così, alla fine, visto che non ubbidivo ai suoi comandi decise di abbandonarmi…

– Come mi dispiace! Chissà come ti è dispiaciuto. A noi invece piaceva la tua discrezione…tu abbaiavi solo quando qualcuno non ti piaceva o meglio era una persona cattiva e in caso di pericolo…

– Sì sì…è così. Avverto se una persona è malvagia. Ora però voglio raccontarti come giunsi da voi… Quando mi resi conto che ero stata abbandonata, ero proprio disperata…poi, grazie al cielo, ho incontrato Marino nel vostro giardino e da quel giorno la mia vita cambiò…ero felice tra voi…tutti mi volevate bene. Un bel giorno è arrivata Adele…ricordo che non camminava in piedi come gli umani, si spostava a quattro zampe come me e mi seguiva dappertutto… poi arrivò Elia e faceva lo stesso e dopo Sofia… che cari tesoroni quei bimbi! Ero proprio contenta l’estate di vedervi tutti insieme e di far parte della vostra famiglia!Tutti mi volevano bene…kicca Paolo Massimo Claudia!

– Non ci vuole molto ad amarti e affezionarsi a te, Lupetta mia! Tu sei migliore di qualunque essere umano …sei amabile, discreta, affettuosa, hai lo sguardo sincero e sorridente che apre il cuore e sei l’amica che tutti vorrebbero avere…

– Devo confessarti, però cara Lisa che un antipatico… tra voi c’era.

– Davvero? E chi era?

– Era Yurj…Ricordo che la prima volta che giunse stava in una bella gabbia…quando in giardino apriste la gabbia, lo guardai e, immaginando fosse della mia razza, mi avvicinai e cercai di annusarlo…non l’avessi mai fatto! Mi arrivò un’unghiata sul muso che mi fece un male del diavolo…scappai guaendo, mi uscì anche sangue…tu mi medicasti…da allora non lo avvicinai più e anzi, quando lo vedevo, me ne stavo sempre alla larga…

– Lo sai che anche Yuri era stato abbandonato dal suo padrone proprio come te? Lo trovammo nella macchia in un giorno umido di settembre. Era un piccolo batuffolo nero e bianco impiastricciato di terra e spine e con una zampetta rotta …miagolava poverino e aveva fame e così Kicca, Paolo e gli altri cuginetti lo portarono alla masseria per sfamarlo e ripulirlo… fu cosi che, con grande gioia di Paolo e Kicca lo adottammo.

– Mi dispiace…non lo sapevo. Però anche Yurj è stato fortunato come me ad avervi incontrato…ti ringrazio per avermi raccontato la sua storia che non conoscevo.

D’un tratto un coniglietto grigio saltellò poco più in là – ciao Lupetta! – salutò

– Ciao Bigino! Questa è Lisa la mia amica sulla terra…

– Ciao Lisa – salutò Bigino senza fermarsi – benvenuta! E scomparve tra i cespugli.

– Ma…mi ha visto Bigino allora!

– Sì che ti ha visto…tu sei viva e quindi i miei amici animali ti possono vedere e loro sanno che se sei potuta entrare nel nostro mondo, è perche sei un umano speciale che ama tanto gli animali e li rispetta…anche le farfalle ti vedono e vedi come ci danzano vicino e anche le rondini e gli uccellini che cinguettano lieti ! Sono tutti contenti di averti qui.

Lisa non poteva crederci…le farfalle coloravano il cielo in una danza infinita e sugli alberi poco più in là gli uccellini col loro melodioso cinguettio musicavano la loro danza e sicuramente anche loro la guardavano e gioivano per la loro amica Lupetta.

Il cuore di Lisa scoppiava di gioia…si trovava in un luogo davvero incantato!

– Posso sapere come si chiama questo posto Lupetta?

– Questo non posso dirtelo…tu chiamalo “OLTRELANDIA”.  Ora… però, voglio darti un’altra gioia…Devi sapere che… anche Yurj è qui e chissà come sarà felice di vederti! E’ sempre un bel pigrone sai? Lo vedo sempre quando gironzolo! Ci salutiamo, ma ora che mi hai raccontato la sua storia diventeremo ancora più amici …dai andiamo!

S’incamminarono tra i vialetti di cespugli verdeggianti tra fragranze di fiori di tutti i colori e svolazzanti farfalle e voli di rondini che allietavano il cammino. Sul ramo di un albero, steso a sonnecchiare un gatto bianco si stiracchiò – buon riposo Gian – salutò Lupetta – ti presento Lisa la mia amica sulla terra.

– Ciao! Sei la benvenuta terrena amica…saluti a te fortunata Lupetta – sbadigliò, si sistemò meglio sul ramo e si riappisolò.

– E’ sempre lì Gian…sorveglia nel dormiveglia! Che buontempone!

Andavano Lisa e Lupetta liete nel sole, proprio come ai vecchi tempi.

– Sono così felice di averti ritrovata…dopo devo ringraziare mille volte Vergillo. Se non fosse stato per lui, mai t’avrei più rivista…ho il cuore che dondola e svolazza allegro proprio come le farfalle sui fiori! – Carezzò Lupetta e lei leccò la sua mano scodinzolando la coda.

– Di qua, di qua! – e s’inoltrarono in un boschetto. Il sole tra i rami filtrava spandendo nel sottobosco barbagli di vivida luce… il frinire delle cicale inondava – non sembra anche a te di stare alle “Frasche”?- chiese Lupetta.

– Vero…ti ricordi i nostri pomeriggi d’estate? Io sull’amaca e tu stesa lì vicino all’ombra degli eucalipti mentre le cicale riempivano di cori…

-Ricordo tutto…cara la mia Lisa e ricordo anche quel fannullone di Yurj che lento lento arrivava e si sceglieva il posto migliore vicino vicino a te…sapessi com’ero gelosa!

– Lo vedevo sai? Tu allora ti alzavi e mi venivi ancora più vicino…ti accarezzavo e solo dopo che ti avevo accarezzato, ritornavi tranquilla a sonnecchiare e sopportavi la vicinanza di Yurj…ma quando arriviamo da lui? E’ da un po’ che camminiamo…

– Sei stanca? Se vuoi, possiamo riposarci…

Si sdraiarono sul prato. Lupetta e Lisa vicine vicine come ai bei tempi.

– Vorrei restare sempre qui con te…

– No! Lisa cara no…non si può. Arriverà il momento che dovrai andare. Sarà di nuovo Vergillo a riportarti sulla terra.

Le lacrime rigarono il volto di Lisa.

– Dispiace anche a me e dispiacerà anche a Yuri…però devi e dobbiamo essere contenti di esserci rivisti…capita raramente lo sai? Solo chi ama davvero le bestie può venire qualche volta a trovarci…

– Quante ore mancano al mio ritorno sulla terra?

– Qui non ci sono ore cara Lisa…qui il tempo va e siamo sempre nel sole!

– Non scende mai il buio? Non arriva la notte?

– No no…qui la notte non c’è…siamo luce nella luce!

– Meno male che il buio non giunge, così potrò restare ancora tanto…però dai! ora andiamo da Yurj.

Ricominciarono a camminare. Uscirono dal boschetto e furono ancora nel sole tra farfalle e rondini. In fondo lo zampillo di una fontana s’alzava alto nell’azzurro e ricadeva nella vasca in una risata giocosa di goccioline luccicanti. Quando s’avvicinarono Lisa vide che non era una fontana, ma un laghetto e all’interno cigni e anatre nuotavano in un girotondo festoso.

– Carissime tutte! Vi presento la mia amica Lisa che dalla terra è venuta a trovarmi!

Un coro di “quaquaqua! la salutarono tra lo starnazzare di ali sull’acqua che gorgogliò e poi ricadde in miriadi di goccioline e – ciao ciao ciao – salutarono all’unisono, mentre Lisa e Lupetta ora procedano leste tra altri paesaggi incantati.

Gruppi di piccole casette di cristallo, dorate dal sole, splendevano addossate a cespugli dai fiori iridescenti; sui muretti i colombi tubavano, altri al sole ripulivano col becco le piume, altri semplicemente passeggiavano o svolazzavano qui e là. Un prato si stendeva verdeggiante davanti alle casette e qui lepri, conigli, galline galli di ogni razza e colore, tacchini, pavoni lo coloravano e animavano festanti – in questo posto si ritrovano gli animali da cortile e quelle in cristallo sono le loro casette – disse Lupetta.

– Ogni gruppo ha i propri spazi allora?

– Sì…però tutti ci possiamo muovere e spaziare per l’intera   Oltrelandia…è un caso che non ci siano tra loro anche cani, gatti, orsacchiotti…qui vanno tutti d’accordo, si rispettano e nessuno fa mai male all’altro.

– Che magnifico luogo…come vorrei che fosse così anche sulla terra. Invece… Lupetta mia da noi c’è gente cattiva che istiga alla violenza bambini uomini e anche animali…

– Lo so, lo so…l’ho vista e vissuta quella violenza quando stavo tra voi. Anche vicino la vostra casa c’erano cani che aggredivano altri cani…una volta avevo cercato di difendere il mio amico Tarallo, te lo ricordi?

– Lo ricordo sì…stavate tante volte insieme. Era dolcissimo anche Tarallo.

– Era proprio una bontà…anche lui era stato abbandonato e poi adottato da Gloria e Stefano che divennero i suoi padroncini. Non immagini la gioia quando venne a dirmelo…così potevamo vederci sempre e gironzolare. Purtroppo gente cattiva lo avvelenò…sapessi quanto ho pianto. La notte andavo a trovarlo lì dov’era morto. Ora anche lui è qui e stiamo spesso insieme…

– Che bello! Sono contenta che tu abbia ritrovato il tuo amico.

– Ti stavo raccontando che, una volta, il mio amico Tarallo era stato aggredito dagli altri cani della masseria, io cercai di difenderlo …lui poverino, ne uscì proprio malconcio …Gloria e Stefano erano angosciati. Era tutto insanguinato e fu portato dal veterinario. Io mi beccai due tre morsi su una coscia. Niente di grave però… zoppicai per alcuni giorni, ma non è successo solo una volta. Alla fine quando vedevo delle risse, anche di notte, mi allontanavo in silenzio. E’ la cosa più saggia da fare quando ti trovi tra gente cattiva e rissosa. Con i prepotenti non si può discutere, reagiscono sempre con la violenza.

– Quanto hai ragione Lupetta! Sei davvero saggia. E’ sempre così…davanti alla violenza meglio dileguarsi e tacere…mai rispondere a violenza con altra violenza.

– Basta ora parlare di cose brutte. In questo posto tutto è bontà e gioia di vivere…tra poco vedrai il tuo Yurj…preparati!

Lisa si guardava intorno…quanta luce! Quanto colore! Quanta armonia!

Le farfalle continuavano ad accompagnare i loro cammino insieme alle rondini nel cielo e al canto degli uccellini sugli alberi;  nei prati pascolavano cavalli, asinelli, mucche, caprette, pecorelle…al loro passaggio belati, nitriti, muggiti li salutavano  e Lisa lieta batteva le mani. Tutto era festa intorno a lei e sopra di lei.

–  Ma… quando vi danno da mangiare?

Lupetta scodinzolando la coda – ma qui non si mangia…nel mondo Oltrelandia  non si ha mai né fame né sete!

– Che strano vivere qui…è bello però! Così nessuno muore di fame come accade nel mondo dei vivi. Sapessi quanti bambini e quanta gente sulla terra soffre la fame e quanti invece mangiano a ufo, s’ingozzano e gettano il cibo nella spazzatura. Non c’è regole sulla terra…non c’è misura… e ora non c’è coscienza e c’è poco cuore!

Finalmente giunsero in un luogo tanto diverso. Qui gli alberi erano alti e maestosi, come gli ulivi sulla terra, ma molto più alti e frondosi. Il fogliame era così fitto che nascondevano i rami alla vista.

– Che posto è questo? – chiese Lisa – è così diverso dagli altri. Più buio…

– Questa è una foresta, cara Lisa…qui abitano gli animali selvaggi e non solo. Ci sono leoni, tigri, giraffe, zebre, pantere, giaguari, scimmie di ogni razza e persino serpenti di tutti i generi…ma anche gufi, civette, barbagianni pipistrelli. Se guardi bene tra le fronde, li potrai vedere…loro amano stare  nell’ombra.

Lisa guardò meglio tra le foglie e intravide grandi occhi brillanti di gufi, civette, barbagianni che la guardavano muovendo le ali a mò di saluto. Con la mano salutò festosa poi – sai Lupetta, io, però, ho paura dei serpenti e degli animali feroci…

– Qui non devi aver timore di nessuno Lisa cara. In questo luogo ogni genere di animale non aggredisce mai l’altro. Ti ho detto che qui gli animali vivono in pace e tranquillità…ti prego di stare serena…Ora noi non attraverseremo la foresta, la sfioriamo soltanto per non disturbarli. Vieni andiamo da quella parte.

Svoltarono per un viale. In fondo s’intravide una distesa d’acqua che si stendeva a perdita d’occhio. Una specie di mare, però, senza onde che luccicava al chiarore del sole. Lisa per poterlo guardare mise davanti agli occhi la mano a mò di visiera.

– Che meraviglia! È un lago?

– Non solo… è un mar-lago

– Cioè?

– Un grandissimo specchio d’acqua, rifugio di tutti i pesci di mare e di lago. Qui le acque dolci del lago si mischiano a quelle salate del mare, perciò tutti i pesci ci possono vivere.

– Ma…non ci sono onde

– No Lisa…perché qui non c’è vento…non te ne sei accorta? Qui l’aria è sempre calma…

– E’ vero…non c’avevo fatto caso…è tutto così nuovo per me! Ma Yurj dove vive?

– Siamo quasi arrivati, dobbiamo solo attraversare quel ponticello. Solitamente lui ama stare tra gli altri amici gatti e scorrazzare sulle cime degli alberi.

– Eh sì! A quel mattacchione gli è sempre piaciuto salire sugli alberi e andare a caccia di uccelli. Una volta portò in casa un piccolo uccellino. Voleva farci un regalo! Il poverino era terrorizzato…meno male che non lo aveva ucciso tenendolo in bocca. Lo prendemmo e lo riportammo su un ramo per farlo volare…in un attimo, il poverino sparì tra gli alberi.

– Qui di queste bravate non ne fa più…ora è amico anche degli uccelli.

Chiacchierando erano giunti su un prato incorniciato da cespugli e alberi dai tronchi contorti. Sui tronchi e tra l’erba gatti tigrati, neri, bianchi, bicolori dormicchiavano si rotolavano passeggiavano giocavano tra i cespugli. Ogni tanto tra le fronde si sentiva un fruscio e anche lì c’erano altri gatti che si rincorrevano per gioco e tanti, stesi sui tronchi, godevano della frescura.

– Ma…disse Lupetta guardandosi intorno – non lo vedo… Maya dov’è Yurj? –  chiese ad un gatto che riposava sul prato.

– L’ho visto andare di là – indicò l’altro lato – era insieme a Pilù. Sai che a loro piace arrampicarsi sui rami…saranno su qualche albero.

– Pilù…- disse Lisa- qui c’è anche Pilù?

– Lo conosci?

– Lo conosco sì…Pilù era un gatto che viveva libero nel nostro cortile…anche Yurj lo conosceva. Che bello! Ora si sono ritrovati…

Si spostarono sul lato indicato da Maja – Yurj! – chiamò Lupetta.

E lui prontamente apparve su un tronco.

– Yurj Yurj !- gridò allora Lisa

Yuri saltò e fu da lei. Accoccolati sull’erba Lisa lo teneva stretto al petto mentre dolcissime lacrime di gioia colavano sull’erba mischiandosi alle fusa di Yuri…Lupetta s’avvicinò, si stese vicino a loro gli occhi sorridenti e i loro cuori battevano  all’unisono come una dolce melodia.

– Lisa Lisa…Che bello vederti…ora posso ringraziarti per tutto quello che avete fatto per me…sai ora io e Lupetta ci vediamo sempre…

– So tutto…mi ha raccontato tutto Lupetta.

– ma tu… come mai ti trovi qui?

– E’ una storia lunga…

– Te la racconterò dopo io.- disse Lupetta – ora, è solo tempo di stare insieme e abbracciarci…tra poco Lisa deve tornare sulla terra.

– No no. Ancora no…voglio ancora stare con voi. Si sta così bene qui…

– Ma tu devi vivere cara Lisa. Devi continuare a fare del bene e stare con Marino e poi con Kicca Paolo Massimo Claudia e i loro bambini…son così cari Adele Elia e Sofia ed hanno bisogno di te.

– E’ vero – Aggiunse Yuri – devi tornare sulla terra e ai tuoi piccoli raccontare questo nostro mondo fantastico e raccomandarli di volere sempre bene  a tutte le bestie e trattarle bene e se adottano un animale raccomandali  di non abbandonarlo mai…

Lisa continuava a piangere e le lacrime colavano e bagnavano l’erba, mentre Yuri e Lupetta continuavano a rimanere accoccolati vicino a lei che  li teneva stretti stretti in un abbraccio infinito.

– Pisss …pissi…pissi

Poi ancora – pissi…pissi…pissi

Fece finta di non udire Lisa e si strinse ancora più forte ai suoi due amici.

– Pisss…pisss…pisss e

-Pisss…pisss

Il cuore in una morsa Lisa piangeva piangeva e accarezzava il pelo ad entrambi. Non voleva lasciarli dopo averli ritrovati. Sapeva però che doveva farlo. Doveva stare ai patti. Chiuse allora gli occhi e stese sull’erba la mano …Vergillo era lì…in un baleno saltò sul suo palmo.

Quando riapri gli occhi, Lisa si ritrovò nella macchia, lì dove aveva incontrato il bruco Vergillo.

Il sole ora stava quasi per tramontare… una brezza leggera si spandeva sui cespugli, la natura si era colorata di un rosso amaranto che a perdita d’occhio arrivava fino al mare.  Guardò sull’erba e tra i sassi cercando Vergillo…non c’era nessun bruco intorno…solo sassi, erbe, cisto, timo e mortelle…

Era di nuovo sola…non c’era Lupetta né Yurj. I suoi amici erano rimasti ad  OLTRELANDIA, nel regno degli animali che scompaiono…era un bel regno però, Lisa c’era stata e aveva visto coi suoi occhi che stavano bene ed erano felici così.

Non doveva più piangere, ma continuare a ricordarli e volerli bene e, come loro le avevano raccomandato, doveva solo insegnare ai suoi bambini e a tutti i bambini ad amare e rispettare gli animali e mai abbandonarli una volta adottati. mgp

Pubblicato da Maria Grazia Presicce

Maria grazia Presicce vive a Lecce. Artista e autrice di libri di Narrativa per l’infanzia adottati nelle scuole. Scrive su diversi quotidiani e riviste locali. Si occupa di tradizione e ricerca sul territorio. E’ socia della Fondazione Terra D’Otranto che si occupa di Cultura Arte e Tradizioni in terra d’Otranto e nel Salento. ( www.Fondazioneterradotranto.it) Ha pubblicato una ricerca svolta all’interno dell’IBAM ( Istituto per i beni archeologici e monumentali) di Lecce del CNR (Consiglio Nazionale delle ricerche ) : “ L’arte della tessitura Nel Salento l’industria tessile casalinga tra memoria, conservazione e valorizzazione ” di Antonio Monte e Maria Grazia Presicce, CRACE edizioni. Ultima pubblicazione " CCE SSI MANGIA CRAI A DONNAMENGA" EDITRICE MILELLA, LECCE. Il racconto è ambientato a Donna Menga una masseria fortificata dell’Arneo importante territorio salentino dal punto di vista ambientale e luogo di vita contadina ricca di esperienze e valori sociali del ‘900.

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