Girolamo Comi – I Giorni dell’armonia

   

Il poeta salentino Girolamo Comi  

 

 Conferenza: “Dalla poesia dei versi alla poesia degli arazzi in Casa Comi

   Sono certa stasera che non è un caso se sono qui.

   Non è davvero casuale se mi ritrovo tra queste mura, come non fu per caso che, quel pomeriggio di alcuni anni fa mi trovai a girovagare tra le stanze di Girolamo Comi tra stupore e sensazioni sorprendenti.   Sono certa che niente accade per caso e che spesso i nostri passi sono indirizzati da forze al di sopra e al di fuori delle nostre intenzioni. Voglio pensare che stasera sia stato sempre Girolamo a volermi ancora nella sua dimora e… forse non solo lui.

    La mia prima visita in questo luogo speciale è servita a riallacciare rapporti d’affetto che io allora non potevo immaginare.  Ricordo che appena varcai la soglia dell’ingresso al palazzo il mio sguardo si posò sull’arazzo fissato al muro che domina frontalmente incorniciando il busto di Girolamo.  Non conoscevo allora l’illustre salentino. Confesso che non ne avevo sentito mai parlare. Scoprire la sua casa, le sue cose, i suoi libri e scoprire lui come personaggio e come uomo fu davvero una rivelazione per me.

   Quel periodo coincideva, guarda caso, con una ricerca sulla tessitura nel Salento. Lo studio e l’indagine ha consentito la catalogazione di un antico laboratorio di tessitura del primo novecento nella Villa Carmosina di Casamassella, proprietà di Lucia Starace e in seguito della figlia Costanza Gargasole che ne consentì lo studio. Il laboratorio si è rivelato scrigno di manufatti pregevoli e di storia. Oltre ai manufatti tessili Costanza Gargasole aveva conservato con gelosia tutti i disegni eseguiti a mano dalla madre Lucia. Quando mi trovai di fronte i pregiati arazzi di Casa Comi la ricerca era alla sua conclusione, ma dopo la loro scoperta era doveroso inserire gli arazzi di Casa Comi. Così da quel momento non sono riuscita più a staccarmi da questo luogo magico. Ogni angolo si è rivelato salvadanaio di tesori palesi e celati.

   Come ho già detto, la mia prima venuta qui fu per un caso grazie all’invito di Giuliana e Nicola ad una conferenza di cui non ricordo nemmeno l’argomento, né i personaggi che si alternarono a parlare e che, forse, non parlavano nemmeno di Girolamo. Di quel giorno ricordo il mio silenzioso vagare tra le stanze in penombra per scoprire l’incanto nascosto in ogni dove. Mi pareva che qualcuno accompagnasse i miei passi in quel labirinto di ambienti così diversi l’uno dall’altro e tenuti insieme dal filo degli arazzi e dai suoi simboli.

   Questo luogo si percepisce essere stato colmo di affettività, di familiarità, di affabilità, di devozione.  Ogni stanza conserva traccia di chi l’ha vissuto e di chi poi ha sentito il bisogno di ritornarci per rivivere le emozioni dell’infanzia e cogliere afflati di un tempo lontano e forse anche nella preghiera ritrovare quello

   “Spirito d’armonia che in tutti i pori/ della natura e del pensiero vibri/ in auree gerarchie di dei, in cori,/di simboli vitali e di sani equilibri, / e che riassumi le linfe e le fiamme/ misteriose di un’unica sostanza/ nel sangue d’ogni singolo e nell’ansia / di tutti i verbi e di tutte le anime,/ […]  [1]

   Sono versi di Girolamo che c’inducono ad accostarci all’armonia della natura onorandola e pregando.    Chissà quante volte lui è rimasto silenzioso in ginocchio a pregare nella piccola cappella della sua casa, lontano da occhi indiscreti. Chissà cosa lo ha spinto, dopo varie avventure, ad avvicinarsi al divino e mormorare silenti orazioni. Sarà stato in un momento di gioia o forse di disperazione? O forse è stato semplicemente questo luogo magico, colmo di amorevoli ricordi che ha fatto vibrare il suo cuore d’emozioni innocenti e incantate come quelle di un bimbo e che lui immaginava completamente assopite?

   Sarà stato per lui, sicuramente, un dolce risveglio su questo meraviglioso suolo da cui poi non s’è voluto più allontanare. Ed è ancora lui a dirci

    “ Lo spazio che mi è caro è un giardino/adagiato in un tempo che non muore /avendo la figura di un mattino/continuamente in fiore/.Con la serenità  di quando ero bambino/e con l’anima d’oggi tutta slanci d’ali /contemplerei la tua bellezza, amore,/immune da cupidità carnali.![2]

    Immagino che il suo ritorno nel luogo natio sia stato pervaso da trepidazioni indicibili e davvero per lui sarà stato un tornare bambino e rivalutare l’armonia del creato con lo sguardo dolce e innocente della fanciullezza e poi provare, con la poesia ad immortalarne l’attimo per far partecipi gli altri di questo suo stato.  Noi, però, non siamo lui e anche se ora leggiamo i suoi versi e pensiamo di poterli penetrare interamente siamo in inganno, mai potremo riuscire a carpirne l’intimo senso e l’intima essenza che restano suoi e solo suoi.

   Ognuno leggendolo potrà provare suggestioni ed emozioni che sono l’ intimo proprio sentire e percepire, mai potrà essere, però, quello di Girolamo. Ogni poeta scrive per sé, solo per sè e versa le parole sul bianco foglio imprimendo la sua anima in quell’istante suo, unico, irripetibile e non trasferibile. Le parole al poeta sono dettate dal cuore, sono armonie di un segreto pensiero, fantasie colorate ad occhi chiusi, fulmini a ciel sereno, un raggio di sole in una notte stellata, effluvi di fiori in un’alba incantata e come lui sussurra

   “Essenze d’aria radiose, rasi/ di fioriture in cui rutila l’alito/ dei celesti mattini; ardenti fasi/  della prima semenza che riversa/ la caotica forza del suo palpito/ in una germinazione tersa/d’idee e di flore,/ vibrate solenni/ nell’ansia torrenziale che affratella/ l’atomo oscuro alla più alta stella/ ed i cantici caduchi ai perenni./[3]

   Ho detto, all’inizio che forse anche stasera è stato Girolamo a volermi qui e non solo lui. Ho affermato che la ricerca mi ha condotta a riallacciare rapporti familiari cari al poeta e ne spiego il motivo.  Quando ho scoperto gli arazzi di Palazzo Comi non potevo assolutamente immaginare che esistesse un legame tra Girolamo e Costanza, tra Casa Comi a Lucugnano e Villa Carmosina a Casamassella.

   Cautamente iniziai ad esplorarli scoprendo un mondo di suggestioni che spero stasera di riuscire a trasmettervi. Negli arazzi continua la poetica di Girolamo. Tra simboli di terra di cielo di acqua, ritroviamo il cuore e il mondo del nostro poeta e in un rincorrersi di esaltanti emozioni non puoi fare a meno di soffermarti e pensare… È proprio questo che in me è avvenuto: fermo lo sguardo si colmava d’incanto, di parole sommesse, di dolci armonie che non mi hanno più abbandonato. Gli arazzi racchiudono il mondo di Girolamo Comi e l’essenza del suo poetare.

   Lo studio degli arazzi mi consentì di venire a conoscenza della stretta parentela esistente tra Girolamo e Costanza ma anche che gli arazzi erano stati realizzati proprio nel laboratorio di Lucia Starace.  E’, infatti, a Villa Carmosina, in casa di una zia, che Girolamo si accosta all’arte del tessere. Qui esisteva un laboratorio di tessitura messo su dalle sue cugine, Lucia e Giulia Starace [4] per aiutare le donne del paesino ad avvicinarsi a quest’arte e consentirli di lavorare, emanciparsi e migliorare la loro vita.

   Il poeta, quasi certamente, visitando il laboratorio sarà rimasto affascinato da quest’arte unica e laboriosa che filo su filo intesseva trame e significati ed ha voluto per sé queste meraviglie, pervadendo le sue tele del suo vissuto e della sua sostanza di uomo risorto a vita nuova, arricchito di tanti ricordi ed esperienze che avevano forgiato la sua esistenza e l’essere uomo in quel frangente.  La scoperta della parentela tra le due famiglie fu per me una sorpresa e un dono, veramente erano delle strane coincidenze e mi piace immaginare stasera che Girolamo e Costanza mi stiano ascoltando e ci stiano a guardare. Sicuramente ne saranno contenti.

   Costanza desiderava che il lavoro svolto dalla madre venisse valorizzato e conosciuto da tutti, Girolamo amerebbe che la sua dimora ritorni e continui ad essere Cenacolo. I loro desideri, seppur così diversi, stranamente collimano. Quelli di Costanza, purtroppo, sono stati realizzati solo in parte[5], speriamo che quelli di Girolamo si possano realizzare del tutto e che la sua dimora riprenda, come un tempo, a riecheggiare di passi, di voci, di confronti, di idee e anche di preghiere sommesse così come all’esterno il suo giardino e i suoi terrazzi, anche se nell’incuria totale, continuano a risuonare di trilli di uccellini, di fruscii di lucertole tra i sassi e sui muri, di ronzii vari, del bisbigliare del vento tra i rami di quelli alberi che accorati seguitano, stagione dopo stagione, comunque a germogliare per dare ancora un senso di vitalità a questo luogo.

   E, come le piante implorano vita, così anche il loro antico proprietario, sono certa, spera che la sua casa riviva nell’interezza delle sue emozioni: noi, stasera, siamo qui appunto per ricominciare a farla rinascere. Non ci vuole molto per farlo. Basterebbe un po’ di buona volontà da parte delle istituzioni e poi tutto avverrebbe con naturalezza perché sarebbe la voce poetica di Girolamo a ricominciare a farsi sentire e guidare e seguitare a diffondersi tra queste mura proprio come adesso, alimentando sentimenti e sensazioni che proseguirebbero a parlarci di lui, del suo mondo e del suo modo di essere uomo nella genuinità delle cose e degli affetti schietti e puri che li appartenevano.

   Sono le sue parole a chiedere

   “ cori d’essere solo chi sono:/un potere di luce in abbandono/ nel nucleo d’ogni bulbo e d’ogni suono,/[…] Pensiero che si sfalda e si rivuole/ più gremito di musici riflessi/ quanto più l’aderenza dei possessi/ consumò l’oro delle sue parole.[6]

    Forse vagando tra quelle stanze ritrovava “ i magici equilibri” che davano significato al suo esistere e operare. Rintracciava, forse, tra quelle mura antichi umori di un’infanzia perduta e poco assaporata che lo riportavano indietro nel tempo

[…] Ah più leggendario cammino/ col memore peso: – leggero -:/ in me stesso rientro che spero/fortunato come un bambino. [7]

e lo riavvicinava alle figure principali della sua infanzia ai suoi affetti, alla sua gente alla sua natura

   […] e tutto quel che sono e che ricordo/ è pienezza remota e coscienza/ del ritmo della luce da cui sgorgo/ con l’ansia di custodirne l’essenza./ /// E l’anima, remota abitatrice/ di me, in me si risolleva – fiore felice [8]

                                                                                                M.Grazia Presicce

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[1] Girolamo Comi “ Preghiera”  in Opera poetica a cura di D. Valli , Longo editore,pag.337

[2] Girolamo Comi  idem, pag.340-341

[3] Girolamo Comi, idem, pag.222-223

[4] Antonio Monte Maria Grazia Presicce “L’ arte della tessitura ne Salento”, Il laboratorio di Lucia Starace a Villa Carmosina a Casamassella pag.81

[5] Quasi alla fine della ricerca purtroppo Costanza è venuta a mancare e non siamo più potuti entrare nella sua casa.

[6] Girolamo Comi in Opera poetica a cura di D. Valli, pag.190

[7] G. Comi “ Cantico dell’albero” in  Opera poetica…idem ,pa.27

[8] G. Comi “Canto della vita” in Opera poetica a cura di D. Valli, idem pag.78 e “ Padre” pag. 79

Pubblicato da Maria Grazia Presicce

Maria grazia Presicce vive a Lecce. Artista e autrice di libri di Narrativa per l’infanzia adottati nelle scuole. Scrive su diversi quotidiani e riviste locali. Si occupa di tradizione e ricerca sul territorio. E’ socia della Fondazione Terra D’Otranto che si occupa di Cultura Arte e Tradizioni in terra d’Otranto e nel Salento. ( www.Fondazioneterradotranto.it) Ha pubblicato una ricerca svolta all’interno dell’IBAM ( Istituto per i beni archeologici e monumentali) di Lecce del CNR (Consiglio Nazionale delle ricerche ) : “ L’arte della tessitura Nel Salento l’industria tessile casalinga tra memoria, conservazione e valorizzazione ” di Antonio Monte e Maria Grazia Presicce, CRACE edizioni. Ultima pubblicazione " CCE SSI MANGIA CRAI A DONNAMENGA" EDITRICE MILELLA, LECCE. Il racconto è ambientato a Donna Menga una masseria fortificata dell’Arneo importante territorio salentino dal punto di vista ambientale e luogo di vita contadina ricca di esperienze e valori sociali del ‘900.

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