IL COLOMBO FILOSOFO

 

IMMONDIZIA ABBANDONATA PH DA GOOGLE

 

 

    Dalla sua finestra Lisa guardava il cielo…era stupendo quel mattino di marzo.

   A giorni con l’esplosione della primavera quell’azzurro radioso solcato qui e là da nuvolette leggere si sarebbe riempito di voli di rondini e i prati di un manto di fiori multicolori!

   Una tenerezza senza fine la invase, era tutto normale lassù e anche nel giardino di fronte: gli uccellini volavano lieti di ramo in ramo, le gazze zompettavano ciarliere chiamandosi da muretto a muretto eppure… eppure nella città il silenzio incombeva e un’atmosfera dormiente stagnava.

   I rumori della gente nel suo quotidiano vivere non avevano voce… rare auto passavano e anche loro muovevano in silenzio per non turbare l’anomala tranquillità.

   Tutto taceva… tutto si era fermato all’improvviso…in un Zac!

   Bloccata d’un tratto la modernità che arrogante spingeva e pareva non avesse limite nel suo avanzare …non c’erano nemmeno operai sulla nuova costruzione di fronte ora tacita tra travi e puntelli. Il sole però continuava a splendere e gli uccellini levavano al cielo il loro cinquettio.

   Un gatto, lento e sonnacchioso, andava a spasso sul muretto di fronte, saltò e si perse nell’erba rigogliosa del giardino anche lui libero di vagabondare e godere del vigore della natura, del creato tutto senza impedimenti.

   Tornò nel suo lettino Lisa e lasciò ancora vagare lo sguardo e i pensieri… nell’aria tanta libertà e alla gente, a lei tutto precluso: niente scuola, niente passeggiate con le amiche, niente palestra, niente di niente.

   Prese il libro dal comodino e svogliata cominciò a leggere. D’un tratto il solito colombo famelico si posò sul davanzale, mosse qua e là il capino poi svelto beccò il riso sparso da Lisa. Era diventato un appuntamento per lui. Ne seguì il suo lesto beccare. Finito mosse qui e là gli occhietti curiosi poi spiccò il volo…lo guardò finchè non sparì e d’improvviso fu anche lei nel cielo con lui libera di volteggiare nell’aria leggera come farfalla…

   Volavano ora vicini vicini

   – Grazie – tubò il colombò – grazie del riso.

   – Grazie a te che vieni ogni giorno a trovarmi – sussurrò Lisa e solo allora si rese conto che… volava e parlava con lui!

   – Ma…ma volo e… tu parli?

   – Sì sì parlo, non con tutti però! Noi uccelli parliamo e capiamo tutte le lingue del mondo!

   – Che bello! Sono proprio contenta che tu mi possa capire, così possiamo chiacchierare quando verrai. Sai…questi giorni mi sento sola, tanto sola.

   – Lo so lo so Lisa cara.

   – Conosci anche il mio nome!

   – Eh sì! Conosco tante cose di te. Ti seguo anche quando vai a scuola e conosco i tuoi amici e i loro nomi. Tu non mi vedi, ma tante volte ti sono vicino.

   – Grazie! non lo immaginavo. Ma, hai un nome anche tu?

   – Eccome! Mi chiamo Crucrù.

   Volavano sempre vicini vicini – scendiamo un po’ su quel prato ora – invitò tubando.

   Lentamente planarono sull’erba cosparsa di sorridenti pratoline. Lisa ruzzolò a pancia all’aria e rimase con lo sguardo nell’azzurro infinito… era in un sogno o era davvero di nuovo libera e poteva godere della natura che tanto amava?

Crucù, intanto, più in là beccava beccava. “ chissà se lui sa di questo virus che flagella gli umani costringendoli a vivere in solitudine”. Gattonando gli si avvicinò.

   – Che bel posto! Dove siamo Crucrù?

   – Nella natura…

   – Lo vedo…ma come si chiama questo posto?

   – Natura! Dappertutto è natura…

   Crucrù si spostò continuando a beccare. Aveva ragione tutto è natura, che importanza aveva darle un nome? La natura è natura…

   – Crucrù tu sai del virus che infetta gli umani?

   – Lo so lo so.

   – Sai anche che a causa sua gli uomini non devono più uscire di casa? Ci ripetono “ STATE A CASA, DOVETE STARE A CASA!” E non possiamo più abbracciarci, riunirci, darci la mano, stare vicini, darci un bacio e quando usciamo dobbiamo mettere i guanti e le mascherine.

   – Lo so lo so…ne vedo di gente in giro conciata così!

   – E… come mai tu e tutti i tuoi amici invece scorrazzate nel cielo, tra gli alberi, sui prati…e le farfalle volano tra i fiori, le api succhiano il nettare, le lucertole sonnecchiano sui sassi, gli uccelli cinguettano festosi, le gazze ciarlano, i pesci nuotano tra le onde e tutti, ma proprio tutti i tuoi amici animali vivono in libertà mentre noi dobbiamo per forza rimanere a casa per non infettarci l’un l’altro e morire?

   – Cara Lisa noi siamo Natura nella Natura.

   – Anche l’uomo fa parte della terra, di questa natura.

   – Faceva parte…poi il suo egoismo ha sconfinato ed ha stravolto l’essenza di essere natura…diciamo che voi uomini avete preferito strafare.

   – Non capisco Crucrù…

    – L’uomo, cara la mia Lisa, si sente potente e onnipotente ed ha voluto sfidare la potenza della Natura.

    – Vuoi dire che non siamo più umani e siamo diventati altro?

   – Proprio così…ha perso l’indulgenza l’uomo, tra noi lo chiamiamo “distruomo ” e di distruomini ne avete davvero troppi…

   – Ma ci sono tanti uomini buoni, rispettosi dell’ambiente e degli animali.

   – E’ vero ci sono quelli che li amano…Altri però pensano di amarli riducendoli a loro immagine, costringendoli a stare chiusi e portandoli in giro attaccati ad un laccio. Ti sembra amore quello? E’altro l’amore…l’amore è libertà e rispetto. Noi non vi attacchiamo a nessun laccio.

   – Hai ragone Crucrù. Condivido quello che dici. Ormai è divenuta una moda anche agghindare gli animali come bambole, come fenomeni da baraccone.

   – Poi ci sono distruomini ancora peggiori e sono quelli che per interesse sotterrano immondi rifiuti… vedo tanti orrori volando sulle campagne…sono nascosti alla vista umana, ma non alla nostra…per denaro avvelenano la natura e anche voi!

Egoismo e profitto vincono sempre e così si muore e la natura muore…Dai vieni! Riprendiamo a volare.

   – Posso volare ancora? E…come?

   – Avvicinati! Stammi vicino vicino e volerai anche tu.

E Lisa, beata, volò con Crucrù nel cielo sempre più azzurro e dorato.

   – Dove andiamo ora?

   – Si va dove si va…nell’azzurro nel sole sulle cime degli alberi…si va, semplicemente si va nella Natura…non sei contenta di volare con me?

   – Sì sì Crucrù! Sono così felice di stare con te tra cielo e Natura…quanti colori quassù! Vorrei diventare colombo per non essere chiamata con quella brutta parola che hai detto… distruomini.

   – Dai dai! Non pensarci ora… Atterriamo di nuovo…mi piace di tanto in tanto posare le zampe sulla terra e poi ti voglio far vedere gli umani e il loro malfare.

   – Ma Crucrù! Non ci sono in giro umani adesso…non ne abbiamo incontrati come vedi, la legge ha vietato a tutti di uscire. Ora son tutti a casa per il Coronavirus. Non possono nemmeno riunirsi e far festa tra amici e parenti! Pensa che nemmeno i nonni possono vedere i loro i nipotini! Siamo tutti in quarantena hanno detto!

   – So tutto Lisa, so tutto! Ti farò vedere non l’uomo, ma il distruomo.

   Non capiva Lisa, la differenza tra uomo e distruomo le era proprio sconosciuta; perciò tacque, planò con Crucrù e attese.

   Si trovavano ora quasi a ridosso del mare. Tanti alberi intorno e mute case sparse qua e là. Come al solito Crucrù aveva trovato da beccare

   – Ma…tu stai sempre a beccare…solo questo fai dal mattino alla sera?

   – Ogni tanto bevo pure…e comunque mentre becco scruto dappertutto ed ho ogni cosa sotto controllo.

   – Ma dai! – rise Lisa

   – Ridi?! I nostri occhi sono girevoli e mentre becchiamo osserviamo il territorio intorno. Non lo sapevi?

   – No!

   – Lo immaginavo cara la mia Lisa. Tante cose non sai! Seguimi adesso!

   Cominciò Crucrù a zampettare in direzione del mare. Lisa lo seguiva, d’un tratto si bloccò per ammirare lo splendido panorama trinato da rami di alberi cresciuti sulla sabbia e tra gli scogli.

   – E’ stupendo qui…è un paradiso.

   – Già! Un paradiso sarebbe se i distruomini non fossero arrivati qui!

   Zompettava svelto ora Crucrù tra erba e cespugli poi, si fermò

   – Guarda Lisa! Guarda quanto lerciume abbandonato dai tuoi distruomini…immondizia dappertutto! Quando volo alto nel cielo quest’infamia la vedo lungo tutta la costa, ecco perché vi chiamiamo distruomini…state solo di-strug-gen-do. Avete distrutto la terra e la sua natura…ora finalmente siete prigionieri e noi liberi…noi siamo liberi perché non commettiamo nefandezze, noi la natura la viviamo, la rispettiamo, l’amiamo…

   – Anche io l’amo tanto!

   Lisa si guardava intorno…c’era abbandonato davvero di tutto su quel suolo stupendo…materassi, eternit, divani, sedie, piastrelle, plastiche di tutti i colori, residui di fabbriche varie, copertoni…di tutto e di più e persino grandi bidoni di plastica bianchi colmi di liquido nero.

   Crucrù mosse poco più in là, si girò poi a guardarla.

Lisa era ferma, non riusciva a levare lo sguardo da quello scempio. Provava davvero disagio e tristezza: era disdicevole, assurdo quello che la natura subiva dagli umani.

   – Che vergogna! La Natura abbrutita, umiliata…- mormorò quasi tra sé.

   – Sìsì! Hai detto bene…umiliata e distrutta…non potete chiamarvi, né dirvi umani, DISTRUOMINI sì…siete la distruzione del creato, vi meritate davvero di essere isolati e anche di più.

   Lagrime colavano sul viso di Lisa, doleva il cuore ed ora le sembrò un po’ cattivo Crucrù. Abbassò lo sguardo.

Lui continuò

   – Tutti gli umani dovrebbero versare lagrime amare per tanto sfacelo…i signori distruomini non solo la terra hanno invaso, anche il mare e i suoi abissi …guarda!

   S’era spostato poco più in là davanti ad una duna di sabbia dove il mare aveva ammucchiato di tutto: brandelli di reticelle di plastica multicolori, lattine, bottiglie, pezzi di canoe, una barca di plastica a pancia all’aria mostrava uno squarcio al cielo e poi palle e palline, rastrelli, palette, secchielli, tappi …davvero uno spettacolo spregevole

   – Queste reticelle affogano i pesci quando le ingoiano …ne muiono tantissimi sai?

   – Lo so lo so e tante volte le ho raccolte…ma non posso farcela da sola Crucrù…proprio non posso.

   Sedette sulla sabbia vicino a Crucrù

   – Anche l’acqua del mare è inquinata dai distruomini e così muoiono i pesci nel mare e insieme a loro tantissime creature marine innocenti…tutto questo sfacelo è opera di voi umani!

   – Chiedo perdono per tutti Crucrù…dimmi cosa si può fare, cosa posso fare.

   – Dovreste amare questa terra stupenda e rispettarla prima di tutto…Ora vi hanno tappati in casa e, anche tappato l’uomo continua a strafare ed essere distruomo.

   – Strafa?! Anche ora strafà? Perché dici così…ti assicuro che non è bello stare chiusi, non poter fare una passeggiata…siamo imprigionati…e sapessi com’è brutto Crucrù! E tu dici che l’uomo ancora strafà?

   – Strafà strafà… ti assicuro che anche chiuso trascende il distruomo e pensa che la vita è fatta di PANZA e non di essenza e coscienza…non ha più inventiva il distruomo moderno e al chiuso mangia mangia, riempie solo il ventre quando dovrebbe riempire, prima di tutto, il cervello e, prima di tutto, il cuore.

   Sapessi, Lisa cara, cosa succede in tante famiglie…io volo di qui e di là, mi poso su balconi e davanzali e in tante case sento sbraitare, bestemmiare contro i padri, le madri, i nonni. Ha perso il distruomo la dignità il controllo il ritegno… sfrenatezza e sfacciataggine impera in tutti i campi …di nefandezze anche inerrabili ne vedo davvero tante tutti i giorni tra voi che vi chiamate esseri umani!

   Non rispettate e non sapete nemmeno rispettarvi… c’è tanto bisogno di mondare l’anima dell’uomo, c’è bisogno di una rinascita…di una vera resurrezione!

   Era davvero arrabbiato Crucrù e Lisa tanto triste.

Aveva ragione Crucrù però

   – Come parli bene Crucrù, sembri un filosofo…chi ti ha insegnato tutto questo…sei solo un colombo!

   – Eh no Lisa cara! Tu così mi offendi e svaluti noi animali! Ricorda che noi siamo NATURA e la natura è artista, sapiente maestra di vita, musicista, educatrice di animi, guida e amore… basta saperla osservare, rispettare e lasciare parlare il cuore!

   – Scusami! Non volevo offenderti, spero che resteremo sempre amici.

   Crucrù inaspettatamente balzò in grembo a Lisa e si accucciò placido. Carezzandolo Lisa intese che mai avrebbe perso la sua amicizia. La gioia la invase!

   Continuava a carezzarlo felice e… quando aprì gli occhi però… Crucrù non c’era più.

   Toccò il suo grembo, poi guardò il pezzo di cielo di là dalla finestra…dov’era Crucrù?

Le sembrava di avvertire ancora il suo tepore.

   No, Crucrù non c’era davvero…aveva semplicemente sognato di volare con lui, ma domani sarebbe di certo tornato a beccare il suo riso sul davanzale!

Pubblicato da Maria Grazia Presicce

Maria grazia Presicce vive a Lecce. Artista e autrice di libri di Narrativa per l’infanzia adottati nelle scuole. Scrive su diversi quotidiani e riviste locali. Si occupa di tradizione e ricerca sul territorio. E’ socia della Fondazione Terra D’Otranto che si occupa di Cultura Arte e Tradizioni in terra d’Otranto e nel Salento. ( www.Fondazioneterradotranto.it) Ha pubblicato una ricerca svolta all’interno dell’IBAM ( Istituto per i beni archeologici e monumentali) di Lecce del CNR (Consiglio Nazionale delle ricerche ) : “ L’arte della tessitura Nel Salento l’industria tessile casalinga tra memoria, conservazione e valorizzazione ” di Antonio Monte e Maria Grazia Presicce, CRACE edizioni. Ultima pubblicazione " CCE SSI MANGIA CRAI A DONNAMENGA" EDITRICE MILELLA, LECCE. Il racconto è ambientato a Donna Menga una masseria fortificata dell’Arneo importante territorio salentino dal punto di vista ambientale e luogo di vita contadina ricca di esperienze e valori sociali del ‘900.

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