Girolamo Comi
una sua poesia:…Un’altra aurora…
Nel groviglio di me – silenzio. (G.Comi)
S’alternano le stagioni anno dopo anno nel prodigio della rinascita della natura tra armonie di colori e profumi, ritrovando ogni volta un mondo che pare in pericolo e si dice civile pur richiedendo un freno che ponga argine alla sua rapida discesa, a quel vocio ridondante fatto di nulla e senza più ritmo.
Troppo frastuono troppe impazienze, divergenze, buonismo e tumulti di parole per dire l’ovvio quando quest’umanità allo sbando avrebbe bisogno soltanto di far riaffiorare il pensiero profondo che riporta alle radici, nell’humus del cuore ormai lastra senza cortina, tra emozioni adulterate e tante volte vilipese, esibite in cornici multiformi e cangianti dove urla un amore senza dignità, un amore svilito catapultato nel nulla, senza senso e vigore per il troppo cianciare.
Come dice un antico proverbio spesso “ il troppo storpia”, storpia gli animi, sbrindella innocenze, lacera libertà che, senza morso né briglie, galoppano perdendo la bussola.
Ma…dove corre quest’umanità convulsa? È solo in corsa contro mulini al vento? S’affanna, si tormenta vagheggiando totem ingannevoli e, bramando vane concordanze, si rifugia in mondi chimerici tra lo spasimo che avanza e implora pietà per una casa, un giaciglio, un pezzo di pane, una vita migliore, una terra di pace, di cuori aperti a un dialogo di clemente saggezza nella speranza che nell’amore ritorni
[…]il mistero del principio a cui devo/la ragione del mio terrestre evo/ la grazia senza termine che inonda/ la mia più tenue ansia e la più fonda/ l’energia oscura che mi riconduce / nel corpo glorioso della luce […] (G. Comi in Mistero-Eternità)
Si reclama un nuovo umanesimo, un’aurora dai colori madreperlati, dalla silenziosità senza scalpore, dalle parole tacite, dalle carezze lievi come fili d’erba in primavera, albe celate da veli di cielo, da intervalli azzurrati dal tempo che lento riprende il suo dire scandito dal fiato dell’aria, dalla brezza leggera, dalla pioggia che irrora, dal sole che scalda e dalla luna che invita a sostare per riprendere vigore e…rigore.
Ha bisogno quest’umanità di altri fulgori, di altri soli, di un nuovo prodigio di rinascita in un’alba che
[…] velario d’astri e di crescite d’alberi/ posa le sue semenze imponderabili/ in ogni sonno che aspetta un avvio,/ in ogni argilla che rivuole un Dio/ e perpetua coi suoi fulgori calmi/ il senso dello spirito in tutte le carni.(G. Comi in Cantico dell’alba)
Viviamo una società dove le parole tremano, il cuore singhiozza, la dissonanza domina e la barbarie non ha fine e dilaga e spesso annulla…
Urge un’alba dove le età non vaghino per viottoli di ipocrisie e gli specchi rimandino immagini di autentico essere, senza appannare gli sguardi, mostrando ciò che più non sarà e torni a vivificare l’autenticità della vita colma di serenità e non di illusioni e
[…] Nell’albero velato di generazioni/ d’inni d’effimere stagioni/ circola una fragranza di tempo inviolato/ che satura le pause del tuo fiato/ d’una coscienza di perennità/ Se ridiscendi verso le radici/ ecco la pazienza duttile ed intatta/ d’una catena di germogli fatta/ di sorde tempra di solarità (G. Comi in Spirito d’armonia)