CICI LU CRAUNARU (IL CARBONAIO)

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IL SOTTERRANEO ….DA GOOGLE

 

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UNA CARBONAIA A CALIMERA LECCE, DA GOOGLE IMM.

 

 ALTRI TEMPI… 

– Tieni Lucio! – mamma Maria porge al bimbo un secchiello – va da Cici ( Luigi) e fattelo riempire di carboni.

Col secchiello in una manina, Lucio, s’incamminava rasente il muro verso la carbonaia che distava solo pochi metri dalla sua casa.

La bottega di carbone  di Cici si trovava nel sotterraneo di un’abitazione, per accedervi bisognava discendere una stretta scaletta di pochi gradini sconnessi scavati nel tufo. Non c’era molta luce laggiù. Una lampadina scurita dalla fuliggine pendeva solitaria al centro sforzandosi di rischiarare. A far penetrare un po’ d’aria  e qualche spiraglio  di bagliore ogni tanto,  solo due farcunceddhi ( finestrino)   in alto rasente il soffitto .

In quell’antro tenebroso anche l’aria e la luce parevano avessero paura di penetrare.

Giunto vicino la porticina, Lucio si fermava aguzzando le orecchie per percepire la presenza di  Cici. Per quanto si sforzasse di guardare giù, non  riusciva a vedere un bel niente, tutto era nero e nebbioso là sotto. S’intratteneva allora un po’ sulla soglia  – Cici! –  chiamava   cominciando a scendere piano piano un gradino alla volta, poggiando al muro la manina libera, accorto a non scivolare e  ritrovarsi a testa in giù sul mucchio nero della carbonella.

– Sto qui Lucio! – incoraggiava Cici – vieni!

Gradino dopo gradino Lucio scendeva zitto zitto e più s’addentrava, più gli occhi si avvezzavano al buio e cauto cercava di scorgere Cici che, solerte, continuava il suo lavoro ammucchiando e dividendo i pezzi più grossi di carbone da quelli più piccoli.

– Buongiorno Cici! – salutava  e gli porgeva il secchiello – la mamma ha detto di riempirlo, poi passa lei.

– Attento a dove metti i piedi – raccomandava Cici.

Lucio, allora, rimaneva fisso sull’ultimo gradino guardandosi intorno, mentre il carbonaro,   tutto nero e curvo, gli riempiva il secchiello poi, lento, tornava  lo prendeva per mano,  accompagnandolo su fino alla soglia e riponendogli in mano  il secchiello colmo di carboni – stai attento, non seminarli per strada – raccomandava   rituffandosi nel suo antro scuro.

Lucio contento s’avviava verso casa accorto a non perdere nessun pezzo di quel prezioso contenuto che sarebbe servito a mamma Maria per stirare e la sera per tenerli al calduccio.

di   Maria Grazia Presicce

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Pubblicato da Maria Grazia Presicce

Maria grazia Presicce vive a Lecce. Artista e autrice di libri di Narrativa per l’infanzia adottati nelle scuole. Scrive su diversi quotidiani e riviste locali. Si occupa di tradizione e ricerca sul territorio. E’ socia della Fondazione Terra D’Otranto che si occupa di Cultura Arte e Tradizioni in terra d’Otranto e nel Salento. ( www.Fondazioneterradotranto.it) Ha pubblicato una ricerca svolta all’interno dell’IBAM ( Istituto per i beni archeologici e monumentali) di Lecce del CNR (Consiglio Nazionale delle ricerche ) : “ L’arte della tessitura Nel Salento l’industria tessile casalinga tra memoria, conservazione e valorizzazione ” di Antonio Monte e Maria Grazia Presicce, CRACE edizioni. Ultima pubblicazione " CCE SSI MANGIA CRAI A DONNAMENGA" EDITRICE MILELLA, LECCE. Il racconto è ambientato a Donna Menga una masseria fortificata dell’Arneo importante territorio salentino dal punto di vista ambientale e luogo di vita contadina ricca di esperienze e valori sociali del ‘900.

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