L’infanzia di Giuseppe Desa segnata dal dolore e dalla sofferenza viene narrata in questo libro che ripercorre i primi anni di vita del Santo bambino attraverso una ricerca dei luoghi vissuti da Giuseppe e dalla sua famiglia.
Cresciuto tra la severità di mamma Franceschina e i silenzi di tata Felice, l’affetto della sorellina e i dispetti dei compagni di gioco, Giuseppe seppe trarre dalla famiglia e dall’amore la forza per superare la malattia.
In mezzo al frastuono e alla inquietudine di oggi, la tranquilla beltà del piccolo Santo invita al silenzio e alla riflessione. MGP
inizio racconto….
Tata (1) Felice era uscito all’alba, preoccupato e scuro in volto. Per tutta la notte si era girato e rigirato nel letto senza riuscire a chiudere occhio. Non era un buon periodo per lui e per la sua famiglia. Lui, che non aveva mai fatto debiti nella sua vita, per colmo di sfortuna ora era perseguitato dai debitori.
“Ha ragione Franceschina a rimproverarmi”, si disse continuando a camminare svelto per giungere a ***, dove sarebbe stato al sicuro.
Si sentiva profondamente frustrato e il corpo gli bruciava per la vergogna. Era sempre stato onesto e corretto, tutti si fidavano di lui, ma ora aveva addirittura bisogno di nascondersi! Nella testa gli martellavano le parole della moglie:
– Ecco cosa hai ricavato a dare retta alla gente e lasciarti coinvolgere nei loro affari. Te l’avevo detto di non fare da mallevadore (2) e non firmare quelle sicurtà (3) che ci avrebbero portato solo guai e grattacapi… Non hai voluto ascoltarmi e hai fatto, come al solito, di testa tua. E ora che facciamo? – si era disperata la poverina.
– Pensavo fossero brave persone – aveva cercato di giustificarsi Felice.
– E invece, per colpa degli altri, abbiamo perso anche la casa! Dove andremo a finire adesso senza nemmeno un tetto? […]
Chiesa San Giuseppe, Copertino Lecce