UNA GATTA… SCIOLTA!

Gatta… sciolta!

Per Lisa la vita è movimento, interessi vari: pittura, restauro, corsi di scrittura, partecipazioni ad assemblee, convegni. La curiosità e la passione per la cultura la spingono ad intraprendere percorsi di ogni genere.  Non ha mai avuto paraocchi, per cui frequenta gruppi di tendenze politiche e religiose difformi cosciente che ogni tendenza politica o religiosa ha i suoi credo positivi e negativi. Non v’è “compiutezza” in alcuno e ogni contesto può aiutare solo a migliorarsi: “ la verità non sta mai da una sola parte ”è il suo motto, bisogna ascoltare, valutare, intendere tutte le campane” per dedurre giudizi imparziali.

     Il conformismo e il metodico non è mai appartenuto neppure ai suoi avi … e nemmeno a lei! Riflessione e  discernimento le sono stati sempre compagni e fanno parte del suo essere vita.    E’ sempre stata ed era diversa, come diverso è il suo sguardo… Osservatrice lo era stata sin da bambina e continuava ad esserlo. Osservava la vita e lo scorrere del tempo che non ha età. Anche la sua età le sembrava senza tempo…trascorreva…fluiva…a tratti incantava e riusciva anche a donarle conforto senza tempo…senza età appunto.

   Si riteneva “una gatta sciolta” con vari punti di vista. A ben pensarci la verità aleggia spesso tra lo spreco di parole di chi finge di non vederla perché vorrebbe imporre la sua  tra lusinghe e false promesse.  Lisa ha sempre avuto “i piedi per terra”, come suol dirsi e difficilmente accoglie verità per altri scontate: partecipa, ascolta e prova a crearsi la sua verità senza lasciarsi allettare da false malie.

   Quella volta l’invito era giunto da un’associazione femminile dichiarata apolitica e senza fini di lucro. Parole artificiose e scontate che di certo nascondevano altro. Sapeva bene Lisa che solitamente era così. Il luogo dove l’incontro si sarebbe tenuto, era pregevole e da sempre aveva desiderato visitarlo senza essere mai riuscita, anche perché da un po’ di tempo sempre chiuso. Ora l’occasione era propizia e non poteva lasciarsela sfuggire.

   Si sarebbe parlato di donne, più precisamente “Della politica delle donne”. L’argomento era incentrato sulla politica delle donne in generale e del potere femminile tante volte discusso e mai veramente preso in considerazione pur espresso in molteplici associazioni a dir loro “apolitiche ”e che in realtà si rivelavano molto politicizzate e tese sempre ad un tornaconto economico.

   Non era la prima volta che partecipava a questo genere di  incontri e si era resa conto che neppure chi, di solito, prendeva la parola credeva a quanto affermava, infatti, argomentando si guardava intorno cercando conferma solo dalle “loro donne” associate “a senso unico”.

   La conferenza cominciò. La prima relatrice iniziò a parlare di potere… “potere che, le donne non  godono affatto poiché, anche quelle che in questo periodo sono al governo ricoprono quel ruolo grazie, ahidonne! agli uomini che le hanno concesso l’opportunità di insediarsi e, molte, grazie anche alla loro av-ve-ne-nza e, non sempre, alla loro competenza.

Potere e opportunità, pari – opportunità ma… la donna può usare il verbo “potere”, di là dal potere stesso? Quale possibilità può avere di esercitare “il potere” e riuscire ad avere voce in capitolo?” Naturalmente, secondo la relatrice, poco o nulla, se posta lì dal reggente uomo- di turno! E, allora giù critiche alle donne politicanti-opportuniste della fazione opposta che in quel momento erano al potere.

   Ascoltarle era delirio! Lisa si riteneva offesa come cittadina  e nella sua essenza di donna: quindi, ogni donna di una congrega discorde o con un pensiero diverso un fantoccio, una deficiente! Non ammettevano critiche le relatrici!  Squalificante  percepire il concetto che le donne della “XXXX associazione” avevano delle loro politico-non-affini. Si desumeva, quindi, che il credo apolitico tanto sbandierato non sussisteva, come, naturalmente, del tutto inesistente era lo scopo “del non lucro”.  Si chiedeva Lisa dove albergasse il rispetto prima di tutto. Era lampante che, o si apparteneva alla loro combriccola e sbandieravi i loro dogmi oppure toccava solo ascoltare e… tacere, facendo “buon viso a cattivo gioco” per non essere dilaniati.

   Si dava, perfino, per scontato che, le donne presenti, avessero tutte lo stesso assioma, non si badava minimamente che potessero esserci donne con opinioni divergenti o, semplicemente, con altri principi o completamente apolitiche. Si dava per scontato che tutte le donne la pensassero allo stesso modo e fossero “a senso unico”, quindi parlavano di loro, “donne del “tal politico”, sostenendo che, avendolo supportato nelle ultime elezioni consentendogli di salire sul “trono”, si aspettavano da lui conferme, riscontri e sostegni soprattutto perché, grazie al loro gruppo era riuscito ad occupare quel posto tanto ambito.

   “Cosa immagina… l’X politico-tronista che dopo aver sfruttato i membri della nostra associazione se ne possa uscire con un GRAZIE e una stretta di mano? Eh no mie care amiche, dobbiamo darci da fare e pretendere – rafforzava la relatrice- che la nostra Associazione continui ad essere contenitore d’idee, d’ideali, a cui se, NOI vogliamo, faremo “attingere” il signor politico che…dovrà anche stare ai nostri patti.”

   La conferenza continuò su questi toni, ogni  oratrice blaterava e portava avanti le proprie tesi indugiando sempre sugli stessi argomenti. Purtroppo, considerò Lisa, si dimentica sempre più spesso che la ragione, anche in politica, non sta mai da una parte sola e che per riuscire ad essere valutativi bisogna intendere tutte le parti per poi discernere.

   Di donne in gamba, di là dell’avvenenza fisica, se ne trovano a destra, a sinistra, al centro, in schieramenti non politicamente schierati e, ogni donna, come ogni uomo e ogni individuo sono liberi di optare senza essere criticati in base alle apparenze e alle appartenenze; fondamentale, la correttezza nell’operare, la dignità nell’essere, il valore morale e la coscienza nel gestire con autorevolezza gli incarichi per cui si è posti lì dagli elettori.

   Utopia! Però…pura utopia. D’auspicio sarebbe riuscire a risolvere le complessità femminili in quanto donne-cittadine, di là delle idee, con libertà d’espressione, di comunicazione, di confronto delle idee.    Ogni donna ha diritto di essere e proporre, per tentare di dare valore alle sue aspettative di cittadina, aspettative che possono anche coincidere con quelle degli uomini e della gente tutta di qualsiasi età, di qualsiasi colore, di qualsiasi credo.

   Se questi ”raduni” continuano a dare voce alle donne di un solo dogma, a cosa serve comunicare soltanto e sempre a senso unico? A chi giova? A che servono le “quote rosa, i percorsi rosa” e di tutti gli altri colori se, poi, non ci si può raffrontare e si resta sempre e comunque sole anche all’interno di questi percorsi?

   Secondo Lisa si blatera, si continua a cianciare e tante, troppe volte a tacere per non scomporre nessuno, per non creare dissensi, contrasti. Questo modo di parlare è solo una farsa, un circolo vizioso di pochezza, di superficialità che fomenta, sempre più, l’eterno conflitto tra le donne e l’eterno antagonismo con l’uomo.

   L’odierna società, checché se ne dica, resta una società individualista, ognuno pensa solo e soltanto al “proprio orticello”, tra le donne poi la solidarietà è mosca bianca, sono ancora eccezioni quelle che la esercitavano con i fatti. Esiste troppa invidia e troppa protervia. Si percepisce a pelle, perciò è meglio glissare e soppesare parole e gesti.

   Il ’68 è trascorso invano, pare solo un lontano ricordo, l’impressione è che bisognerebbe riavviare il dibattito in modo più coerente, con più confronto, più anticonformismo e condivisione in modo che le parole, in genere, abbiano veramente valore nella società  tutta e nella politica delle donne e degli uomini.

Pubblicato da Maria Grazia Presicce

Maria grazia Presicce vive a Lecce. Artista e autrice di libri di Narrativa per l’infanzia adottati nelle scuole. Scrive su diversi quotidiani e riviste locali. Si occupa di tradizione e ricerca sul territorio. E’ socia della Fondazione Terra D’Otranto che si occupa di Cultura Arte e Tradizioni in terra d’Otranto e nel Salento. ( www.Fondazioneterradotranto.it) Ha pubblicato una ricerca svolta all’interno dell’IBAM ( Istituto per i beni archeologici e monumentali) di Lecce del CNR (Consiglio Nazionale delle ricerche ) : “ L’arte della tessitura Nel Salento l’industria tessile casalinga tra memoria, conservazione e valorizzazione ” di Antonio Monte e Maria Grazia Presicce, CRACE edizioni. Ultima pubblicazione " CCE SSI MANGIA CRAI A DONNAMENGA" EDITRICE MILELLA, LECCE. Il racconto è ambientato a Donna Menga una masseria fortificata dell’Arneo importante territorio salentino dal punto di vista ambientale e luogo di vita contadina ricca di esperienze e valori sociali del ‘900.

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