NUVOLE E SOGNO IN UN QUADRO DI MAGRITTE

FOTO DI mgp
PH MGP
MAGRITTE, DA GOOGLE IMM.
DIOSSINA DA PLASTICA BRUCIATA

DA GOOGLE IMM-
inquinamento-atmosferico

 

 

Un prato m’accoglie… anelito lieve mi sfiora, m’accarezza, m’alita e sospira sussurra dolcemente una melodia che silenziosa e silente s’insinua e  m’avvolge, mi permea, m’avviluppa stordendomi.

Un soave languore invade i miei anfratti reclusi, scuote ogni mia fibra in un’emozione viva, vivida e vivace.  Lo sguardo perso lassù, dove scampoli nivei muti e tranquilli vanno… Tacita m’aggrappo ad un cencio che pende, repentino un saltello e sono su anch’io e con loro e tra loro m’avvio!

M’accoccolo placida sulla soffice spuma che vaga tra brandelli birbanti e curiosi; candidi folletti dispettosi a frotte m’attorniano, mi spiano, si ritraggono divertiti e divertenti.

Altri scampoli mi vengono incontro, trine sfrangiate nitide impalpabili. Nuvole bianche in un cielo turchino…divento emozione e sogno come in un quadro di Matisse e vo galleggiando mollemente con loro senza meta,senza tempo, senza età…

Azzurro azzurro, tanto azzurro m’invade  m’azzurra, mi lumeggia, mi sfuma.

Effervescente ebbrezza m’adorna vezzosa e m’annulla. I candidi folletti mattacchioni sorridono…rumori, stridori, fragori, clamori, scalpori per incanto svaniscono, si dissolvono.

Addio mondo moderno! Addio frenesia frenetica stordente e incessante!Un respiro profondo e mi espando come tela al sole, liberamente libera.

Urlo al cielo al sole… il mio grido si spande nel vuoto e rotolo rotolo liberamente e libera. Vaga il mio sguardo liberamente e libero, va oltre senza meta e vagabondo erra liberamente e libero.

Esulta il mio essere e si smarrisce sospeso nell’immensità e liberamente libero non ha bisogno di fiato. Sono fiato anch’io, sono respiro dell’aria e nell’etere errabonda e paga, m’annullo…

Manifesto al creato la mia azzurra evanescente lietezza;liberamente libera non riesco a contenerla e mi sporgo a riversarla sul mare sulla terra, all’universo tutto ma…

Rapida mi ritraggo e mi riadagio sul diafano lembo. Sto bene qui ,tanto bene. Laggiù la realtà è un’altra, è diversa…

Una folata improvvisa m’avvolge e mi rintana nella candita coltre, m’offusca lo sguardo, mi cela l’obbrobrio. Sussurra che son nuvola ora, candita spuma in un quadro di Matisse. Mollememente mi poso… son spuma, libera effervescenza.

Non ho piedi, né mani… gioca a nascondino il mio corpo spumoso. Un piede sollevo, poi un dito… una mano s’affaccia, tentazione improvvisa e col dito, rapida, foro la soffice coltre e lo sguardo ansioso, smanioso curioso è pronto di nuovo a spiare …

Fettucce grigie s’incrociano, s’annodano, s’ingarbugliano… cominciano e non s’interrompono, sono senza fine senza fine! Chissà dove vanno, se andranno, quanto andranno e chi porteranno.

Bretelle allacciate a corpi informi, annichilite accolgono l’invadenza, il forsennato viaggio di minuscoli robot lucenti e colorati che muovono senza pensieri.

Non c’è tregua laggiù. Non c’è requie. E’ un continuo via vai.

La bruma intorpidisce l’aria; a fatica lo sguardo la penetra, a tratti la vita compare, poi sparisce inghiottita più in là dal nulla, da un buco senza fine. Dorsi duri e rocciosi scavati e feriti mostrano al sole la piaga e fiduciosi attendono che la ferita si rimargini.

Sicuramente un giorno la ferita sanerà, ma… fra quanto?

Nel piano sdraiato i campi sono pezze scolorate stese al sole impotenti… Sparse, sbrindellate, logore plastiche nere giacciono impeciando la rossa terra che deturpata, silente, prigioniera e imprigionata non ha voce, non ha scampo…

Di tanto in tanto comignoli solitari e vuoti svettano nel cielo, odo il loro lamento, come eco mi raggiunge e poi lento si perde e debole si spegne s’incenerisce.  Da una ciminiera con un tiro magistrale come spada una vampata fende il cielo e colpo su colpo nerofumo potente e compatto ferisce e strazia, incancrenisce e s’alza, s’alza subdolo e infido…contamina senza requie, senza sosta e liberamente libero, imprigiona e s’imprigiona.

Il mio fantastico opalescente destriero intanto a briglie sciolte va, va come i miei pensieri, come le mie sensazioni, con le mie emozioni.

M’accorgo d’un tratto che quasi non riesce a celarmi più. Lo spiraglio si è dilatato smisuratamente e vergognosamente in alcune parti mi mostra, mi scopre.

I candidi folletti non sorridono più. Indaffarati e inquieti m’attorniano e per non farmi precipitare, a gara, rappezzano lo strappo, frettolosi rabberciano si tengono stretti, premurosi mi sostengono, ma il vento comincia a soffiare furioso, gli spifferi s’addentrano, s’infiltrano, soffiano, sfiatano…gli squarci s’allargano, le toppe si tendono, i punti si sfilano, i brandelli si sfrangiano, cascano, si sparpagliano insieme ai i miei pensieri racchiusi in un palpito, in un anelito, nel sogno del quadro di Magritte. mgp

PLASTICA…LE NUOVE PIANTAGIONI
COLTIVAZIONI MODERNE…
DEGRADO PH MGP
IMMONDIZIA ABBANDONATA PH DA GOOGLE

 

Pubblicato da Maria Grazia Presicce

Maria grazia Presicce vive a Lecce. Artista e autrice di libri di Narrativa per l’infanzia adottati nelle scuole. Scrive su diversi quotidiani e riviste locali. Si occupa di tradizione e ricerca sul territorio. E’ socia della Fondazione Terra D’Otranto che si occupa di Cultura Arte e Tradizioni in terra d’Otranto e nel Salento. ( www.Fondazioneterradotranto.it) Ha pubblicato una ricerca svolta all’interno dell’IBAM ( Istituto per i beni archeologici e monumentali) di Lecce del CNR (Consiglio Nazionale delle ricerche ) : “ L’arte della tessitura Nel Salento l’industria tessile casalinga tra memoria, conservazione e valorizzazione ” di Antonio Monte e Maria Grazia Presicce, CRACE edizioni. Ultima pubblicazione " CCE SSI MANGIA CRAI A DONNAMENGA" EDITRICE MILELLA, LECCE. Il racconto è ambientato a Donna Menga una masseria fortificata dell’Arneo importante territorio salentino dal punto di vista ambientale e luogo di vita contadina ricca di esperienze e valori sociali del ‘900.

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