Lo zio Gregorio… Nel giorno della memoria ricordo di un affetto

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Stasera un amico mi ha inviato un messaggio: “Il mio papà (che ho conosciuto) nel giorno della memoria, è stato insignito della Medaglia d’onore dal Presidente della Repubblica per essere stato deportato nei lager nazisti nell’ultimo conflitto mondiale e gli sarà intitolata una via nel suo paese natale”.

Il messaggio mi ha fatto piacere… riportandomi indietro nel tempo…Immagini sono sopravvenute e il pensiero è andato alle migliaia di uomini e donne deportate nei lager e tra questi anche lo zio Gregorio, fratello di mamma che, come il padre del mio amico, pur tra indicibili sofferenze ebbe  comunque la fortuna di ritornare tra l’affetto dei propri cari.

Nonna raccontava che dopo la sua partenza per un periodo ritirarono puntualmente sua posta, poi improvvisamente più nulla.

Trascorsero giorni settimane mesi, ma di zio Gregorio nessuna notizia.

Pensarono al peggio e ognuno teneva per se il tristo pensiero continuando l’attesa giorno dopo giorno. L’ultima lettera ricevuta, la nonna l’avvolse in un fazzoletto e la pose in seno come un neonato e sempre pregava stringendola al cuore sperando di riavere presto il suo abbraccio.

Quando finalmente fu proclamato l’armistizio e i prigionieri cominciarono ad essere rimpatriati, il nonno e la nonna mai mancarono in stazione all’arrivo del treno della speranza. Ad ogni arrivo un tumulto di emozioni si scatenavano tra la gente in attesa…madri padri sorelle fratelli, tutti alla ricerca del proprio congiunto. Tanti erano gli abbracci e tanta la gioia di chi riusciva a godere dell’abbraccio sperato, ma tanta era la delusione, la pena e le lacrime di chi se ne ritornava muto e con la morte nel cuore.

I nonni partivano ogni volta con tanta fiducia  ma, giorno dopo giorno, la speranza li abbandonava.  Delusione, angoscia avvolgeva e colavano solo amare lacrime quando, risaliti affranti e silenziosi sul calesse, rifacevano la via del ritorno. Come si sa però “la speranza è sempre ultima a morire” e la nonna durante il tragitto in silenzio non mancava d’implorare quel cielo stringendo al petto quel pezzo di carta, ormai quasi stinto, continuando a sperare.

Un giorno, dopo l’ennesima attesa alla stazione e l’ennesima delusione, sconsolati se ne tornavano lenti col calesse. Nessuno fiatava, si udiva solo il trotterellare del cavallo …d’un tratto di là dal muro un richiamo sommesso…si bloccarono.  Intorno però non c’era anima viva…mentre stavano per ripartire, un grido li bloccò…si voltarono e sul bordo della strada c’era un uomo fermo…anzi…uno straccione smagrito e stanco con uno zaino in spalla che faceva segno di aspettare.

Fecero dietro front e gli furono accanto…non lo riconobbero subito, fu lui a gridare “ Mamma! Tata! Sono Gregorio!”.  Il tempo si fermò…non ci furono parole.

Raccontò dopo di averli visti in stazione…aveva gridato e poi tra la folla li aveva persi di vista, non era riuscito più a ritrovarli e così attraverso i campi aveva preso la via più breve verso la strada che conduceva alla masseria nella speranza di poterli incrociare. E così era stato…

Colavano gli occhi, le mani nelle mani, i corpi si stringevano nel trotterellare ora lesto del cavallo, non vedevano l’ora di giungere a casa … Sfinito Gregorio si assopì, la testa posata sulla spalla della madre che continuava a pregare ringraziando il cielo per quel riabbraccio! Lo sguardo chino su quel viso emaciato doleva, ma finalmente quel figlio, che aveva immaginato ormai perso per sempre, era tra le sue braccia. Era tutto finito davvero… Le sue preghiere non erano state vane!

P S: La nonna raccontava che zio Gregorio, dopo, non volle mai parlare di quello che era stato costretto a subire in quella gelida terra straniera.  Il dolore, la sofferenza, le umiliazioni patite erano state enormi e voleva solo dimenticare e rimuovere, per quanto possibile, l’orrore di quel terribile periodo.

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Pubblicato da Maria Grazia Presicce

Maria grazia Presicce vive a Lecce. Artista e autrice di libri di Narrativa per l’infanzia adottati nelle scuole. Scrive su diversi quotidiani e riviste locali. Si occupa di tradizione e ricerca sul territorio. E’ socia della Fondazione Terra D’Otranto che si occupa di Cultura Arte e Tradizioni in terra d’Otranto e nel Salento. ( www.Fondazioneterradotranto.it) Ha pubblicato una ricerca svolta all’interno dell’IBAM ( Istituto per i beni archeologici e monumentali) di Lecce del CNR (Consiglio Nazionale delle ricerche ) : “ L’arte della tessitura Nel Salento l’industria tessile casalinga tra memoria, conservazione e valorizzazione ” di Antonio Monte e Maria Grazia Presicce, CRACE edizioni. Ultima pubblicazione " CCE SSI MANGIA CRAI A DONNAMENGA" EDITRICE MILELLA, LECCE. Il racconto è ambientato a Donna Menga una masseria fortificata dell’Arneo importante territorio salentino dal punto di vista ambientale e luogo di vita contadina ricca di esperienze e valori sociali del ‘900.

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